Miracoli a Settala – parte prima

Fra i diversi personaggi di cognome Settala che ricorrono nella storia, ce n’è uno al quale toccò occuparsi di “eventi miracolosi” avvenuti nella chiesa prepositurale del paese di cui era originaria la sua famiglia. Si tratta di Gerolamo Settala, monsignore e “Arciprete mitrato della Regia Collegiata di Monza”, zio del famoso Manfredo Settala fondatore dell’omonimo museo. Nel maggio del 1589 giunse voce alle alte gerarchie ecclesiastiche milanesi che alla Madonna del Rosario nella chiesa di Sant’Ambrogio di Settala “concorreno molti con voti et altri doni sotto pretesto che alcuni abbino ottenuto gratie dal Signore o Intercessione della Madonna al detto altare”. Velocemente, questo Settala, che prestava la sua opera anche in Curia, mise insieme una commissione ufficiale perché si recasse sul posto, convocasse e interrogasse sulla delicata faccenda i diretti interessati, i “miracolati”, con stuolo di testimoni, “fin che sappiamo como deliberare in questo negozio”; il tutto doveva essere svolto “con ogni diligenza e circospezione”.  A Settala dunque, il 24 del mese prende avvio l’istruttoria, con il notaio Giulio Cesare Serbelloni che annota scrupolosamente ogni dichiarazione.

Il primo ad essere interrogato è Bernardo de Gambaris abitante in loco Settala, “lavoratore della terra” di anni 45, il quale rilascia una lunga dichiarazione (come i successivi testimoni) da cui stralcio questi passi: La seconda domenica di quaresima passata mi cominciò a venire una infermità a gli occhi per la quale ogni giorno andava mancando di vista… Mosso da devozione andai davanti a quella Beata Vergine Maria chiamata del Rosario, e cominciai a fare orazioni… La settimana santa essendo avanti quella Beata Vergine del Rosario facendo orazione come sopra cominciai a megliorare della vista… a Pasqua mi ritrovai sano per la gratia della Beata Vergine che me ha liberato sano della mia vista come prima. Successivamente viene ascoltato Giacomo Formenti di Settala: egli conferma di avere visto il Gambaris pregare davanti alla Madonna e dire che non vedeva, aggiunge di avere ascoltato il Prevosto di Settala proferire queste parole: so che andate dicendo per la terra che prima eravate cieco e siete guarito per gratia della Vergine Maria, vi ammonisco di dire la verità. Altro testimone abitante a Settala, Matteo de Grechis: insieme al Gambari andavano a lavorare alla Malpaga, verso sera costui non vedeva più niente, occorreva accompagnarlo a casa stringendolo a braccetto; “restò poi sano”.

Altro “miracolo”, altro teste: Sofia de Cristofori di Settala dichiara che l’anno precedente, ad agosto, “venne febbre a Domenichina mia figlia di anni 13 e li durò circa giorni 15”; quando cominciò a guarire, la donna si accorse che la ragazzina non stava più in piedi, allora la invocò alla Vergine Maria del Rosario e venne alla chiesa, pregando la Madonna del Rosario. Il 13 settembre portò la ragazzina (forse in braccio, ma il testo non lo chiarisce), la fece accomodare sui gradini dell’altare maggiore continuando le orazioni davanti alla cappella del Rosario. Stando in ginocchioni vidi portare alla sepoltura un figliolo del Spagnoletto, chiesi di spostare mia figlia, poi la presi per mano e lei venne spontaneamente dagli scalini della chiesa alla porta verso casa, restò sana e libera come prima. I settalesi Elisabetta de Romani e Battista de Mascharis detto il Melone, confermano il racconto della donna; in particolare il Melone dichiara: Un giorno lavoravo nella mia bottega di sarto, vidi portare Domenichina da Sofia in chiesa, nello spazio di un’ora vidi camminare la putta da sola per la grazia della Vergine Maria .

(Storia di Settala, Sergio Leondi, 2015)

CONTINUA…

 

 

 

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