La fede come risposta libera al progetto di Dio  

Il futuro Papa Benedetto XVI nel lontano 1969 alla radio bavarese, parlando della Chiesa, diceva:

Dalla crisi odierna emergerà una Chiesa molto diversa. Diverrà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare gli edifici che ha costruito in tempi di prosperità. Con il diminuire dei suoi fedeli, perderà anche gran parte dei privilegi sociali. Sarà una Chiesa più “spirituale”, che non si arrogherà un mandato  politico flirtando ora don la Destra ora con la Sinistra. Sarà povera e diventerà la Chiesa degli indigenti; sarà un processo lungo, ma quando tutto il travaglio sarà passato, emergerà una Chiesa più spirituale e semplificata. La Chiesa conoscerà una nuova fioritura e apparirà come la casa dell’uomo, dove trovare vita e speranza oltre la morte.

Sono parole “profetiche” e attuali, che non vanno lette con pessimismo, ma con speranza, nella certezza che Dio non abbandonerà mai il suo popolo. Sono parole che anticipano la situazione in cui viviamo. In pochi decenni siamo passati da una Chiesa forte, la così detta ”società cristiana”, dove la religione era fortemente radicata e condivisa, ad una “minoranza”, dove la religione e la morale cristiana non sono più universalmente praticate e riconosciute. E’ necessario vedere anche in questo il lato positivo: la fede che diventa una risposta “libera” al progetto di Dio, una scelta motivata, frutto d’una ricerca personale e non più un insieme di abitudini e tradizioni.

Una fede che necessariamente deve diventare testimonianza e che non può essere sganciata dalla vita e dalle scelte quotidiane, che non può essere “una fuga”. Una Chiesa quindi più spirituale, più evangelica, più leggera. L’anno della misericordia è stato un’occasione per purificare la religione da tante scorie e ritornare all’essenziale, a una maggiore autenticità. Una Chiesa attenta agli ultimi in tutti i sensi, che ci educa a non accontentarci di aprire soltanto “le porte delle chiese”, ma soprattutto aprire quelle del “cuore”. Rimangono sempre valide le parole di Gesù: “Qualunque cosa fate al più piccolo dei miei fratelli, la fate a me”. E su questo verterà anche il giudizio finale del Signore.

Alberto Allevi

 

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