Vangelo da vivere del 17.03.2016

Vangelo vissuto

Tra la gente nacque un dissenso riguardo al Signore Gesù. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi?

«Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei?»

Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.

(Giovanni 7,48)

Per riconoscere le orme del passaggio di Dio non è necessario essere particolarmente istruiti, né occupare ruoli di prestigio. Dio è padre di tutti e quindi si rende accessibile ad ogni suo figlio, parlando una lingua diversa adatta per ciascuno.

Gesù in particolare ci annuncia che sono anzitutto i piccoli i primi destinatari della rivelazione (cfr. Matteo 11,25), perché il loro cuore è più libero da preconcetti e quindi hanno un fiuto più sensibile per riconoscere Dio. Mettersi in ascolto delle persone semplici può essere molto istruttivo e riservarci luminose sorprese.

 

Esperienza

“Con il nostro gruppo abbiamo deciso di andare a trovare i carcerati della nostra città. Sapevamo che non sarebbe stato semplice ottenere i vari permessi, ma abbiamo tentato ugualmente. L’ufficiale di guardia, appena ci ha visto ci ha detto: “Non facilmente ragazzi della vostra età possono entrare, ma io vi stavo aspettando da quando ho sentito una vostra trasmissione radio. Siete proprio un’eccezione!”. Così con esperienze e canti davanti ad una decina di guardie e un centinaio di carcerati ci siamo presentati. Al termine uno di loro a nome di tutti ci ha ringraziato, chiedendo che la nostra amicizia non finisse lì. Quello stesso pomeriggio un giornalista è venuto ad intervistarci per scrivere un articolo sul quotidiano locale più diffuso. Abbiamo sperimentato che con Gesù tra noi tutto è possibile!”

 

 

 

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