Vangelo da vivere del 08.04.2016

Il Signore Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là si tratteneva con loro e battezzava. Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare.  Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione. Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo.   «Ora questa mia gioia è piena.  Lui deve crescere; io, invece, diminuire»

(Giovanni 3,29-30)

 

Tutto il Vangelo è paradossale, ci chiede di pensare il mondo e la vita in modo tanto spesso contrario a quello che progettiamo noi. Per esempio, la gioia di Giovanni  Battista raggiunge il suo vertice proprio quando la sua popolarità comincia a svanire e la sua vita si incammina verso il martirio. Questo perché in tutta la sua vita ha voluto lasciare spazio a Gesù e se per un certo periodo è stato Giovanni ad occupare il palcoscenico come precursore, come annunciatore, nel suo cuore il desiderio era quello di non essere, di  are da sfondo perché il Messia potesse manifestarsi e brillare meglio. Questo è tipico del cristiano maturo.

ESPERIENZA

Sono insegnante di sostegno in una scuola. Un giorno la madre di un ragazzo autistico mi accusò di non essere all’altezza del mio compito. Quando il preside ci chiamò per un confronto, quella donna mi fece tanta pena e non dissi niente per difendermi. Mi difesero invece i colleghi e alla fine lei fu costretta a ritrattare se non voleva che il figlio fosse mandato via  dalla scuola.   Dopo aver potuto conoscere meglio la sua situazione e la tragedia che viveva in famiglia, capii che dovevo impegnarmi ancora di più non solo per il ragazzo e la madre ma anche per gli altri figli e per il padre alcolizzato, coinvolgendo amici e parenti.          (S.M. – Slovacchia)                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   

 

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