Vangelo da vivere del 25.02.2016

Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli:

«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro»

altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

(Matteo 6,1)

Combattere la smania di apparire, che si annida in modo spesso larvato dentro di noi, è un ottimo esercizio per la nostra Quaresima. A volte questa voglia di primeggiare, di essere al centro dell’attenzione si riveste delle migliori intenzioni: magari si tratta di evangelizzare, o di testimoniare la bontà e il perdono.

Non si tratta ovviamente di smettere di fare il bene, ma di vigilare sul nostro cuore, di preferire le strade più nascoste, di relativizzare gli applausi e, se la vita ci porta sul palcoscenico, essere profondamente consapevoli dei nostri limiti sempre brucianti e ripeterci che Dio è tutto e noi siamo nulla.

Esperienza

«Quando ho conosciuto il Vangelo, ho capito che dovevo amare. Da chi cominciare? Dalla mia insegnante di musica, che non sopportavo. In classe avevo detto ripetutamente che cosa pensavo di lei e lei per questo, più volte, aveva convocato mia madre e si era lamentata di me. Un giorno, dopo la lezione, ho chiesto di parlarle. Credendo che volessi contestare il voto che mi aveva dato, non voleva ricevermi. Le ho risposto che desideravo solo chiederle scusa e che avevo capito che nella vita possiamo cercare di amare tutti. Anche se all’inizio mi ha frainteso, ho continuato a raccontarle di me, del mio nuovo rapporto con Dio, pur sapendo che lei non è credente. Il nostro colloquio è continuato ed ero davvero felice. Da allora abbiamo stabilito un buon rapporto, e sto scoprendo in lei tante cose positive che prima non immaginavo». (Veronica, Rep. Ceca)

 

 

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