Vangelo da vivere del 22.04.2016

Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure «Non sono venuto da me stesso»ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora. Molti della folla invece credettero in lui, e dicevano: «Il Cristo, quando verrà, compirà forse segni più grandi di quelli che ha fatto costui?».      (Giovanni 7,28)

 

L’origine di Gesù non è in se stesso, ma è nel Padre, la sua missione sulla terra non è una sua iniziativa personale e autonoma, ma nasce dall’Amore della Trinità, in cui ogni decisione è espressione di questo Amore.Se anche noi vogliamo continuare sulla terra l’opera del Figlio occorre mantenere lo stesso stile e cioè che tutto nasca dall’amore reciproco. Le iniziative autonome, anche se geniali, hanno di solito il fiato corto. Quando invece ci si ascolta, ci si aiuta vicendevolmente a creare un consenso comune, espressione  di una ricerca sincera e comune della verità e del bene, i frutti hanno l’impronta della vita trinitaria e quindi sono duraturi e generano vita nuova e sorprendente.

 

Esperienza

Studio arte all’università. Colpita dalle sofferenze di tante famiglie siriane provate dalla guerra, ho pensato di organizzare con altri amici artisti una mostra: con la vendita di nostri lavori avremmo raccolto dei fondi per loro. Titolo della mostra era: “L’altro, un altro me. Abbattere i muri dell’indifferenza”. Una delle opere principali era un muro composto da piastrelle. Ciascun visitatore poteva portarne una a casa per ricordare che siamo tutti connessi e invitati, nel nostro quotidiano, a far qualcosa per chi soffre. Organizzare la mostra ha comportato molti problemi. Una volta ero proprio stanca, ma pensando alle difficoltà dei siriani ho trovato rinnovata energia per andare avanti. La vendita delle opere ha fruttato circa 4000 dollari che andranno interamente ad alcune famiglie siriane. J.T. – Usa

 

 

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