Vangelo da vivere del 14.04.2016

 Venuta la sera, i suoi discepoli scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro:

«Sono io, non abbiate paura!» 

Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.

(Giovanni 6,20)

 

In mezzo alle prove della vita, siamo invasi dallo smarrimento, non sappiamo come far fronte. Spesso si tratta di situazioni che ci raggiungono per la prima volta e ci sentiamo inesperti e sorpresi dalle nostre stesse reazioni. Ciò che cambia le cose è quando sappiamo dare un nome a tutto questo. Se riconosciamo il volto di Gesù, lui che sulla croce ha preso su di sé tutte le nostre paure e le nostre incognite, questi eventi diventano dei grandi incontri con Lui, delle rivelazioni personali della Sua presenza e del Suo amore. Il buio si trasforma in luce e la prova un’occasione nuova per conoscerLo.

 

Esperienza

Per aiutare la famiglia ero entrato in un corpo speciale della polizia dopo un training molto duro in un ambiente nel quale ero l’unico cristiano. Stavamo un giorno facendo la cosiddetta “prova di sopravvivenza”: razioni contate, poca acqua, marcia forzata, niente riposo. Un compagno musulmano non ce la faceva più e mi ha chiesto da bere. M’era rimasta pochissima acqua, ma gliel’ho data. Dopo un po’ mi sono accorto che lui ne aveva ancora, ma per risparmiarla aveva chiesto la mia. Dopo un attimo di ribellione, ho detto a Gesù: “Ma io l’ho data a te!”                   (D.A.- Pakistan)

 

 

admin