Vangelo da vivere del 11.01.2016

VANGELO    da   vivere

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.  Come sta scritto nel profeta Isaia: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via.  Voce di uno che grida nel deserto:  Preparate la via del Signore,  raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.  Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme.  E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.  Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava:

«Viene dopo di me colui che è più forte di me

io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

(Marco 1,7)

Quando la vita ci mette seriamente alla prova, o anche quando semplicemente ci ritraiamo di fronte ad alcune cose o responsabilità soltanto perché sono faticose e non abbiamo l’energia per affrontarle, è bello fare l’esperienza della forza di Gesù al nostro servizio. È molto fecondo presentarGli con semplicità e verità quello che siamo, senza nasconderci, né nasconderGli nulla; affidare a Lui la nostra incapacità, che non ci piace, chiedere a Lui la grazia per affrontare quella realtà dolorosa o troppo scomoda, perché noi non ce la facciamo.

Se perseveriamo in questa preghiera, in questo presentarci a Lui, poco a poco, come un dono inaspettato, troveremo una forza che non credevano di avere. Infatti non è nostra, ma Sua. E può far piangere di gioia.

 

VANGELO    vissuto

Era una domenica pomeriggio.   Jamal, un operaio marocchino di mia conoscenza, mi aveva portato delle  mele. Parlando con lui, sono venuta a sapere che verso dicembre gli sarebbe nato un figlio.  Però non avevano nulla del necessario per questa creatura; soprattutto sarebbe servita una carrozzina.  Dopo averlo ascoltato attentamente, mi è venuta un’idea: «Perché non chiediamo noi due insieme aiuto a Dio? Lui è uno per tutti, puoi chiamarlo con un altro nome, ma è sempre Dio.  Lui saprà come farci arrivare la carrozzina».  A Jamal è piaciuta la proposta.   Eravamo nel cortile, all’aperto; abbiamo alzato gli occhi al cielo e abbiamo pregato così: «Signore Dio, abbiamo bisogno di una carrozzina. Pensaci tu». Eravamo un giovane musulmano e una donna cattolica: due fedi diverse, eppure uniti nel chiedere.  Dio ha accolto la nostra preghiera: già il giovedì successivo è arrivata in dono la carrozzina richiesta.  

V. M. – Italia

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