Mettere la vita al centro

Teoricamente sappiamo di essere in un grande cambiamento, ma questo sapere non è operativo. Alla fine facciamo tutto come se non cambiasse niente, aspettandoci che le cose fatte in un certo modo e che hanno (più o meno) funzionato ripartano allo stesso modo e continuino a funzionare (al massimo qualche aggiustamento di orario, di genere letterario, poche cose).

Ora, il problema non è questo: siamo in un cambiamento radicale, drammatico, dal punto di vista culturale, più ampio, ma per quanto riguarda la nostra esperienza (di cristiani, cattolici) è un cambiamento che tocca anche l’esperienza ecclesiale.

Oggi abbiamo ancora una chiesa gregoriana, impostata come mille anni fa: laddove c’erano delle case, lì sorgeva una “parrocchia” per condividere e affiancare la vita delle persone, per stare lì dove le persone vivevano, in un mondo segnato dalla staticità (chi nasceva in quel luogo, si sposava in quel luogo, viveva, lavorava e moriva lì).  Da questo punto di vista, tutto il sapere pratico della nostra chiesa è strutturato su quel format, formato su quella forma gregoriana. Sapere pratico è tutto quello che ci viene in automatico: è normale, non ha bisogno di discuterlo, di motivarlo e quello che consideriamo normale è la forma gregoriana di chiesa. Siamo in cambiamento esattamente in questo, in questa forma qui che (nel 2018) non funziona più!

Il problema non sono i contenuti ma la FORMA. Abbiamo radicalmente bisogno di cambiare punto di vista. Una nuova forma di Chiesa deve avere la vita al centro!

Dobbiamo veramente cambiare il punto di vista, mettersi fuori, mettendo al centro la vita.  Non farne il tema delle nostre discussioni, ma convincersi che il problema che le comunità ecclesiali devono aiutare e servire sono le VITE CREDENTI comprese quelle dei preti e quelle di tutte le persone.

La sinodalità è servizio alla vita, alle vite. Guadagnare, volersi bene, aver cura dei piccoli, quelli che hanno incrociato Gesù come Salvatore e quelle che ancora possono incontrarlo per riconoscerlo come Salvatore. È la vita com’è, senza aggettivi, che è il tessuto dell’eternità.

 

Dall’incontro sulla Sinodalità del 23.01.18 a San Donato

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